domenica 25 febbraio 2007

Pasta con le olive e i capperi


da Pomaurea Abduana, che nelle foto di Nunchesto, in operose estati nella Valle di Comino, si destreggia tra conserve di pomodoro che fluiscono.
 
Al mercato, nelle case, mezz’ora prima di cenare - Che mangi stasera? - aleggiano stili di pasta su cui si potrebbe scrivere un libro. Se penso a un condimento, lo associo a una pasta: lunga, corta, forata, compatta, fantasiosa, seriosa. A volte parto dalla pasta, a volte dal condimento. La combinazione è uno stato d’animo. Il mio racconto è generazionale. Con la pastasciutta abbiamo passato le prime nottate ribelli, con quella che a Roma chiamiamo ‘aio oio e peperoncino', con un sapore tutto notturno. Con la pastasciutta abbiamo invitato i primi amici a cena, colorato le prime estati collettive, pronunciato le prime dichiarazioni d’amore. Con la pastasciutta siamo sopravvissuti ai primi anni di ‘vita adulta’: se una volta l’emancipazione socio-economica delle famiglie italiane poteva essere calcolata sulla diminuzione dei bolliti settimanali, quella dei nuclei pseudo-familiari tardo novecenteschi potrebbe basarsi sulla progressiva elaborazione del modo di cucinare, servire e mangiare la pasta. Mi chiamo Pomaurea non a caso: il mio amore per il pomodoro nasce dal far di necessità virtù. Da un ricettario tutto nella mia testa, estraggo la pasta con le olive imparata da mia madre, che continuo a fare e rifare per i colori e il sapore asprigno.

Tagliare a pezzettini delle olive nere di Gaeta; quante? Devono essere abbastanza da trasmettere al pomodoro il proprio colore brunito.

Unirci dei capperi (non troppi, meno delle olive).

Soffritto di olio d'oliva e aglio; quando l’aglio comincia a colorarsi, aggiungerci un po’ di pasta d’acciughe (la lunghezza di un dito), poi le olive e i capperi.

Far rosolare qualche minuto, poi aggiungere il pomodoro. Deve trattarsi di pelati con tutta la loro acquetta, un po' tagliuzzati.

Cuocere a fuoco medio, aggiungendo sale a piacere.

Il sugo è pronto quando si è un po’ ristretto e ha amalgamato capperi e olive.

Con questo sugo le mezze penne o gli spaghetti, dopo innumerevoli prove, sono la pasta che mi convince di più.

Aggiungo basilico nel sugo a fuoco spento.










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