martedì 20 gennaio 2009

FRANCIA. AUVERGNE. LE PUY EN VELAY. NOTRE DAME NOIRE.
















Dopo la dolce, seducente Drôme Provençale tutta occhieggiante alla vicina Provenza, piena di lavande e torroni, e la quasi selvatica, ostica Ardèche con il suo fiume serpeggiante che profondamente solca alte rocce e attira canoisti, ci addentriamo negli ampi spazi dell’Auvergne sotto cieli rigati dagli alti giri dei rapaci.

Cambia il colore della pietra con cui si costruiscono le fattorie, i sassi si arrossano, si anneriscono e si mescolano negli edifici con strane e belle pezzature. Compaiono mucche e tori, si aprono grandi campi di grano, soffia nell’aria estiva un certo spiffero arcigno che non dipende solo dagli sbuffi di fredda pioggia che cominciano ad accompagnarci.

Puntiamo verso Puy en Velay, la città santa memore dei fruscianti passaggi dei pellegrini che andavano verso San Giacomo di Compostela. E’ scura come la sua Madonna, animata da un grande mercato in piazza e apparentemente povera: vediamo le vie intorno a Notre Dame con molti negozi chiusi o in vendita; il commercio, almeno per ciò che riguarda turisti e pellegrini, è in crisi. Nei negozi di merletti, vecchia gloria del posto, una macchina che fa un infernale rumore meccanico è messa a confronto, per suo discredito, con un umano che silente smanetta fusi. Sulla città incombe un’immensa statua di Madonna ottocentesca, rossa e minacciosa, fatta fondendo cannoni della guerra di Crimea.

Ci si arrampica, si sale, si ascende alla cattedrale, cupa e al tempo stesso colorata come un tappeto orientale. Scoperta di un architettura imprevista, che pare moresca, che forse è moresca e spagnola, e che include en passant resti di sculture romane con leoni e gazzelle. Magnifiche vecchie porte, magnifici cancelli, magnifico chiostro, magnifici capitelli. Come sempre nel romanico esoterici mostri e figure e storie che solo gli iniziati potevano capire, a differenza del pedagogico gotico.

Tutta l’Auvergne è piena di queste chiese romaniche scure e colorate, di tosta pietra, che custodiscono statue ieratiche e antiche, specie di Madonne nere, di un fascino arcano. Qui ce n'è una mostrata come un idolo, che si intravede per il rilucere della veste bianca.

4 commenti:

JAJO ha detto...

Stupendo posto e foto dei particolari bellissime !!

artemisia comina ha detto...

grazie, civis romanus :)

elisabetta ha detto...

Ma guarda... a Natale dovevo essere proprio lì! la vacanza è stata rinviata per motivi di famiglia (gli stessi che mi tengono spesso lontana dal blog), intanto mi godo queste belle immagini. Adesso sono ancora più curiosa di visitare questi posti :))

artemisia comina ha detto...

elisabetta, a natale debbono essere posti di grande suggestione, con grandi nevi...

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