mercoledì 7 gennaio 2009

VENEZIA. OSTERIA NARANZARIA A RIALTO.
















Per anni il riferimento nel recuperato Campo di San Giacometto a Rialto è stato il Bancogiro, ma Andrea ed Elena sono andati via e stanno per aprire un B&B in Toscana, a Bagno Vignoni. E’ ora di provare la Naranzaria.

Così, senza quasi sapere cosa stavamo facendo, spingiamo la porta ed entriamo; cerchiamo il banco per un’ombra e un cicchetto, ma pur essendoci un paio di sgabelli l’aria che tira invita al ristorante. Ci sediamo al primo piano, accanto alla porta finestra che si apre verso le fondamenta del Canal Grande, quelle sulle quali l’estate si dispiegano i tavolini. Vogliamo assaggiare qualcosa. Nunchesto è tentato dal pesce crudo, che è del resto il fiore all’occhiello del locale; vediamo un giovane dagli occhi a mandorla che traffica dentro e fuori il locale, armeggiante con cibi e recipienti, arriva un piatto con venti pezzi, Nunchesto tutto sommato approva. Io chiedo una zuppa di pesce all’orientale, e arriva un brodo ricco di zenzero in cui sono immersi due polputi filetti di pesce bianco e su cui veleggiano eleganti mezzelune di sedano. Buona, come pure sono davvero molto buoni i freschi crostini con baccalà, quelli con la crema di salmone e grani di senape, con l’ossocollo, con il prosciutto di Sauris, con il San Daniele, tutti prodotti scelti con cura. Nunchesto ordina dei calici di Franciacorta, ha voglia di bollicine.

Capita poi che la sera di un gelido sabato, siamo in quattro e senza prenotazione alcuna, abbiamo la fortuna di trovare un tavolo; assaggio così anche una polenta con funghi porcini e una zuppa di fagioli pancetta croccante e radicchio. Non male. Questa volta si prova un buon Tocai friulano, il Toros. Ma possiamo anche constatare che la Naranzaria attualmente è una voliera per i giovani di Venezia, che, bicchiere in mano, l’affollavano dentro, per quel poco che si può, e fuori, ampiamente.

Un’idea dei costi? 26 euro il piatto di pesce crudo, 12 i crostini, 11 la zuppa.

Naranzaria
San Polo 130, 30125
aperta dalle 12 alle 2 di notte, chiuso il lunedì
tel. 0417241035

6 commenti:

Michela cake designer ha detto...

Buona la zuppa di fagioli e radicchio mi attira parecchio.
Ciao e buon anno!!
Anche se in ritardo.

Cuoche dell'altro mondo ha detto...

Carissima Artemisia, ho tantissimi tuoi post in arretrato da leggere, voglio prendermi il tempo di leggere tutto con calma. Ha ho già scorto bellissimi piatti, calde atmosfere, opere d'arte. È sempre un piacere venirti a trovare.
Un abbraccio
Alex

Anonimo ha detto...

ho dei bellissimi ricordi legati al Bancogiro... ora sto tenendo d'occhio da un po' la Naranzaria ma ancora non l'ho provata. la tua descrizione però è convincente! ;-)... appena cala un po' il gelo e ritorna la voglia di muoversi...

artemisia comina ha detto...

@ michela, anche in AAA trovi una ricetta di zuppa di fagioli con il radicchio, è un classico della cucina treviagiana, da provare.

@ alex, ben tornata, ben tornata, a presto :)

@ cobrizo, si può fare, per esempio i crostini sento di raccomandarli, gli ingredienti sono ottimi.

Franz Mosco ha detto...

Andrea mi ha consolata tante e tante di quelle serate fredde e tristi al Bentigodi, col suo faccione da Guccini lagunare e gli occhi dolci, con la grappa al cardamomo che da allora ripeto a casa mia, coe ombre dei vecioti al banco e l'orata al pompelmo rosa e semi di finocchio, le melanzane en saor, la coda di rospo allo zenzero! Ho riprovato, ma ha perso il genius loci, il bentigodi non e' piu' lui.

Gia' al bancogiro non era piu' la stessa cosa, troppo in vista, troppo modaiolo mi pareva.

Conosco Bagno Vignoni, e' bello e abbastanza bagnato da poterci radicare, andrea :)

Forse torno a lavorare in laguna, forse! i tuoi report mi saranno utilissimi quando le mie nutrici saranno in ferie

artemisia comina ha detto...

e le sarde incinte!? certo, certissimo, francesca, il bentigodi era un'altra cosa. il posto, le stanze, i frequentatori, tutto; la consolazione di cannaregio. ma soprattutto, lì c'era, fin dall'inizio, una vera cucina e la voglia di cucinare. poi la prima si è fatta attendere e la seconda tentennava.

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