giovedì 5 marzo 2009

Tobia e Raffaele di Jacopo Vignali.


Ma insomma, chi è il pesce, cos’è la bestia implicata nella storia di Tobia e Raffaele ? Non ci inganni la taglia minima che a volte assume in certi dipinti rinascimentali, dove sembra quasi una vezzosa borsetta appesa al polso di Tobia. Il pesce è grande, feroce. Sta per divorare un piede di Tobia, prima di essere catturato. Al tempo stesso, è potente, magico; ridarà la vista a Tobia padre di Tobia, allontanerà il demone Asmodeo che minaccia Sara e Tobia la notte delle loro nozze. Sembra più aver a che fare con il Levitano che con l’aringa. Mostro degli abissi, dio di altre religioni, dannato e pur sempre potente. Le acque, da sempre sede di antichi dei. L’urna è pronta a ricevere le viscere magiche. Qui i due sono simmetrici, anzi Tobia è alquanto più prestante e scintillante, nel suo rosso, di Raffaele, che ha l’aria un po’ più imbranata, minuta.

Jacopo Vignali (1592 – 1664) dipinge un pesce finalmente di una certa stazza. Anche perché i due invece di doverselo trascinare dietro, lo stanno eviscerando, Tobia seducente sotto lo sguardo attento di Raffaele capo cuoco.

Pinacoteca del Museo nazionale di Palazzo Mansi di Lucca

L'immagine da qui.

Gli altri Tobia e Raffele di AAA, il ragazzo e l'angelo che vanno alla ricerca del pesce miracoloso che guarirà il padre di Tobia dalla cecità, qui.

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