venerdì 18 dicembre 2009

Dicembre. La torta Santa Lucia per Lucia


Dicembre 2009. La torta Santa Lucia per Lucia. Tutti a casa di Lucia per festeggiarla, facendosi coraggio in un clima romano che tra débâcle economica e politica e incapacità al potere si vela di toni depressi. Le dame hanno fatto ciò che potevano con collane e anelli, Artemisia oltre a quelli ha portato la torta Santalucia affinché con i suoi occhioni miracolosi gettasse uno sguardo misericordioso e salvifico sui convitati.
La cucina di Lucia ferveva di gatti, vapori, attenzioni all’ospitalità, tutto un consesso di solerti aiutanti di ogni tipo riunite dalla padrona di casa che finge di doversi giustificare di non cucinare in prima persona quando ospita cuoche che fanno tutto con le sante manine, anche cavare il sale dalle miniere; allora Lucia grida con soddisfazione che però lei ci pensa per una settimana prima di ammannirci qualcosa, che assaggia, annusa, guida, sceglie, immagina.
Noi Artemisie già sappiamo che il maggior lavoro di una cena è pensarla, fantasticarla, progettarla, proporla, come sappiamo che quelle di Lucia riescono benissimo; ma lei grida lo stesso con aria da bimba bizzosa che le fa subito ricrescere le trecce, mentre ironizza sulla Perfetta Padrona di Casa che per altro lei è.
Dunque, che ci ammannì la festeggiata? Qualcosa di affettuosamente tradizionale, di garbatamente vecchio stile, il che - non so perché - adesso un po’ ci commuove, ricordandoci un corteggio di mamme e di zie che non ci sono più, e pure qualche babbo che certo gradiva una teglia di tagliatelle morbidamente avvolte su se stesse entro calde creme dorate che una mano sapiente ha montato a soufflè. Artemisia ogni volta che le capita un piatto di Tagliatelle in soufflé si dice: perché non ce lo regaliamo più spesso questo piatto seducente, festoso e immancabilmente gradito? Dopo è venuto un Arrosto di vitello ammorbidito e fondente poiché ogni fetta di carne si alternava con una di formaggio e un’altra di prosciutto, di quelli che anche un bimbo capriccioso che non ama la carne vorrebbe. A contorno teneri Finocchi al gratin aromatizzati dalle sante erbette secche dell’inverno.
Il dolce era una torreggiante pila di pasta lievitata molto soffice e tagliata a strati, farcita e avvolta di panne e cosparsa prodigalmente di un buonissimo caramello triturato. Si chiama Chiffon cake, ci diceva Lucia (mica Stracci, cari miei, à la famosa torta americana). Al suo fianco Artemisia infilò la Torta Santalucia al torrone e cioccolato bianco. Se chiedete cosa siano quei Crostini, sappiate che erano con i bianchetti, e se cercate Lucia, è quella con la collana indiana.

Crostini con i bianchetti

Tagliatelle in soufflé

Arrosto di vitello con formaggio e prosciutto

Finocchi al gratin

Chiffon cake

Torta Santalucia al torrone e cioccolato bianco.

























3 commenti:

terry ha detto...

Che cena, ricca e speciale!
belle foto!

frenci ha detto...

mi sono sentita come un topo nel formaggio nel leggere di questa piacevole cena, tra anelli e collane, decori natalizi e tavola imbandita di piatti cremosi e confortanti... sarò decadente, ma mi piace pensare che con questo tipo di serate le brutture e meschinità del mondo possano rimanere del tutto fuori dalle nostre porte...

artemisia comina ha detto...

la convivialità consola.

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