lunedì 9 novembre 2015

Toscana. Minestra con le frascarelle


Di Isolina 

Le frascarelle non le avevo mai mangiate, nè viste e tanto meno, ovviamente, fatte. Tutta la mia conoscenza venia da letture. Sognavo i gesti semplici e sapienti delle mani che dalla farina estraevano queste briciole che poi diventavano le frascarelle. Così chiamate perché per farle si usava una frasca, chi dice di ulivo, ben gocciolante, con la quale si spruzzava d'acqua la farina e poi sfrucugliandola con la mano a palmo aperto si formavano dei grumetti che venivano posti in setaccio e liberati dell'eccesso di farina... Insomma ci ho provato.

Stesa una piccola quantità di farina sulla spianatoia, con rametto di ulivo ho spruzzato di acqua tiepida, poco per volta, e con la mano destra ho rigirato e aggrumato, rigirato e aggrumato.

Ho messo le briciole prodotte a riposare e ho preparato una minestra (mangerei minestra tutti i giorni, di questa stagione).

Nella pentola, a insaporirsi con olio d'oliva, uno spicchio d'aglio, due rametti di sedano e 4 di prezzemolo finemente tritati, e abbondante maggiorana.

Poi dentro sono finite anche due snellissime zucchine a rondelle e tre patate a tocchetti.

Sale, altre girate e poi passata di pomodoro e acqua.

Ho fatto bollire a fuoco lento per mezz'ora.

Dopo di che, dentro sono andate le frascarelle, che hanno cotto per circa 5 minuti.

Fuori dal fuoco, parmigiano grattato in abbondanza, e poi sul piatto pepe da mulinello.

Semi densa, morbida, rincuorante.




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