Maggio
2016. Napoli dona ospitalità aristocratica come se gli piovesse
naturalmente giù dalle dita. Vieni accolto come ospite prezioso, quando
non ce n'è poi serio motivo, e quasi ti si convince che tu lo sia; segui
l'offerta incantato, ed ecco ti si aprono terrazze profumate di fiori -
qui certe rose dalla capa pesante folleggiavano fino alla pazzia.
Taralli golosi, Spilluzziacamenti di parecchi tipi, Scamorza affumicata, Treccia di bufala, Parmigiana
e Gelatina di limone fatti dalla mamma, Rustico (poveretto chi non sa cosa
sia) comperato nel vicolo da chi sai tu, certa Verza stufata dalla
padrona di casa fino a caramellamenti soavissimi, Fragole in coppa di cristallo. Tutti quei Pasticcini
non mi ricordo da dove venissero, ma sono sicura che furono acquistati
con pensamenti e comparazioni: si fa sempre così. Mancavano i Fiocchi di
neve solo perché la pasticeria del Rione Sanità che ne detiene il
segreto malaugaratamente chiude il lunedì, ma si moltiplicarono le
promesse di farmeli assaggiare indubitabilmente alla prossima (e io ci
conto). Ovvio che la conversazione non fu da meno: vispamente
napoletana. Il padrone di casa andava di conserva con la sua dama, e i
pargoli prima di andare a letto sono passati a imparare come si fa.
Taralli
Spilluzziacamenti di parecchi tipi
Scamorza affumicata
Treccia di bufala
Parmigiana
Gelatina di limone
Fragole
Pasticcini napoletani
2 commenti:
Riconosco la rosa Pierre de Ronsard, che dimora anche nel mio giardino e riempie gli occhi della sua sfrontata bellezza.
Ecco chi è! È meravigliosa.
Posta un commento