mercoledì 7 settembre 2016

Le Mille e una Notte. Il dolce e l'acidulo di Aziz e Aziza. Con Riza-yi `Abbasi


Un ragazzo alquanto stolto - e morto di fame, come sempre nelle Mille e una Notte, che più che racconto di appetiti sessuali è narrazione di desideri di fare un pasto da signori, da ricchi - viene attirato in un giardino con la promessa di incontrare un'agognata fanciulla. Ogni volta, per tre volte, essendo messo alla prova da una lunga attesa notturna e solitaria, non resiste e si lascia attirare da una tavola imbandita allestita come un'esca al centro del giardino, fino a riempirsi di cibo e vino e a cadere addormentato, perdendo l’incontro. Notate come il narratore sia attento a descrivere i contrappunti di gusto necessari a un perfetto menu. 

Quando vi giunsi trovai un grande palco su cui sovrastava una cupola di avorio ed ebano e la lampada era appesa al centro di tale cupola. Il palco era ricoperto da serici tappeti intessuti con oro e argento, e c’era un gran cero acceso con un candelabro d’oro, sotto la lampada. Al centro del palco c’era una vasca con varie figure, presso la vasca un desco ricoperto con una tovaglia di seta e accanto ad esso una gran giara di porcellana colma di vino, e un bicchiere di cristallo decorato in oro. Accanto a tutto questo stava un grande vassoio coperto; lo scoprii e vidi che conteneva frutti d’ogni sorta, gelsomino, mirto, rosa moscata, narciso e altre sostanze odorose.
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Avanzai verso il desco, lo scoprii e trovai al centro di esso un vassoio di porcellana con quattro polli arrosto conditi con droghe; intorno al vassoio c’erano quattro zuppiere, una con dolciumi, un’altra con chicchi di melagranata; la terza con mandorlata e la quarta con bigné. Nelle zuppiere c’era quindi del dolce e dell’acidulo.

Storia di Azìz a Aziza, Le mille e una notte, Einaudi 1972.
 
Immagine di  Riza-yi `Abbasi da metmuseum
The artist Riza‑yi 'Abbasi revolutionized Persian painting and drawing with his inventive use of calligraphic line and unusual palette. He painted The Lovers toward the end of a long, successful career at the Safavid court. The subject of a couple entwined reflects a newly relaxed attitude to sensuality introduced in the reign of Shah Safi (r. 1629–42). Here the figures are inextricably bound together, merged volumes confined within one outline.

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