Di Isolina detta Brassica Illirica
Una variante dell'accha paratha. Voglia di rompere con il grigio, facendo qualche cosa di rallegrante. Cose tonde portano buona ventura, da sempre. Nella sua grande rusticità, ha rallegrato vista e palato.
In una ciotola metto una tazza di farina0, 1/3 di tazza di farina di grano duro e 1/3 di farina di ceci.
Aggiungo una manciatina di semi di cumino, due cucchiaiate d'olio d'oliva.
Faccio un impasto morbido con acqua caldina, un poco più che tiepida.
Metto a riposare a lungo sulla spianatoia, sotto la ciotola rovesciata.
Intanto in altra ciotola metto del radicchio invernale (dell'orto) tagliato finemente, una mezza cipolla triturata, olio piccante al peperoncino con qualche fettina di peperoncino, sale.
Mescolo bene e lascio riposare.
Al momento opportuno lavoro l'impasto per renderlo ancor più morbido ed elastico.
Poi con il mattarello incomincio a stendere.
Quando ho abbastanza allargato, trasferisco il disco di pasta su uno strofinaccio da cucina leggermente infarinato e allargo ancora fino ad avere un disco molto sottile.
Su questo spargo il radicchio e incomincio ad arrotolare la pasta su se stessa a formare un serpentone.
Poi lo avvolgo su se stesso a chiocciola, e abbasso fino ad avere un gran discone.
Scaldo molto bene la piastra di ghisa, la ungo d'olio d'oliva e via andare.
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